Parte l’esercitazione di evacuazione dei Campi Flegrei, 500 mila persone nella zona rossa
Dal 13 ottobre la “Settimana nazionale della Protezione civile”: eventi, iniziative e manifestazioni in tutta Italia. A Napoli ed in Campania la prima Esercitazione per il Piano di evacuazione dei Campi Flegrei.
Saranno numerose le iniziative che a livello nazionale e locale caratterizzeranno i 7 giorni in cui i cittadini potranno entrare a contatto con le donne e gli uomini del Servizio nazionale della protezione civile, un sistema integrato quasi unico al mondo che opera 24 ore al giorno per la prevenzione e la protezione dai rischi.
L’evento più importante della settimana sarà l’Esercitazione Campi Flegrei 2019. Proprio nel territorio dei Campi Flegrei, infatti, il Capo del Dipartimento Angelo Borrelli dichiarerà chiusa la settimana della protezione civile al termine della grande esercitazione “EXE Flegrei” che testerà, dal 16 al 20 ottobre, la capacità del sistema di protezione civile di evacuare la popolazione in caso di dichiarazione di fase di allarme per l’eruzione del vulcano dei Campi Flegrei caratterizzato da numerose caldere sottostanti il territorio di Pozzuoli, Napoli e diversi altri comuni della zona.
Un’esercitazione di carattere nazionale che vedrà la partecipazione delle regioni gemellate con la “zona rossa” nell’ambito del Piano di protezione civile nazionale.La Settimana della Protezione civile è nata da una specifica decisione governativa, la Direttiva firmata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 1° aprile scorso.Con questa Direttiva viene infatti istituita una serie di iniziative da svolgersi su tutto il territorio italiano volte alla “diffusione della conoscenza e della cultura di protezione civile, allo scopo di promuovere comportamenti consapevoli e misure di autoprotezione da parte dei cittadini, nonche’ a favorire l’informazione alle popolazioni sugli scenari di rischio e le nuove norme di comportamento.
La scelta di tenere la Settimana di Protezione civile dal 13 al 19 ottobre sta nella contemporaneità con la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, dichiarata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
La Settimana avrà un carattere nazionale ma soprattutto territoriale. Ci saranno eventi di livello nazionale come la Conferenza nazionale delle Autorità di protezione civile individuate dal Codice della Protezione civile che si svolgerà nella sede di via Vitorchiano del Dipartimento della Protezione civile, la sede operativa al vertice del coordinamento del sistema nella gestione delle emergenze. La Conferenza sarà presieduta dal Presidente del Consiglio, massima autorità di protezione civile del Paese.
Sono poi diversi gli eventi in programma di carattere nazionale: dalle conferenze a cuipartecipano gli esponenti della comunità scientifica, alle attività di diffusione della conoscenza di protezione civile rivolte a tutti gli studenti.
Accanto a questi in centinaia di piazze italiane, in Comuni grandi e piccoli si terranno gli eventi in cui i cittadini potranno incontrare gli operatori delle componenti e delle strutture operative del sistema in coordinamento con le Regioni e le Province autonome.Ad aprire la settimana sarà la Campagna “Io non rischio”, ormai giunta alla sua nona edizione, che vedrà la presenza dei gazebo informativi in più di 850 piazze in tutt’Italia con i volontari delle associazioni locali di protezione civile che racconteranno nel dettaglio i rischi terremoto, alluvione,maremoto e da quest’anno il rischio vulcanico dei Campi Flegrei.
I Campi Flegrei sono un vulcano attivo
In Campania ci sono 3 vulcani attivi: Campi Flegrei, Vesuvio e Ischia. I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica con una struttura particolare: non un vulcano a forma di cono troncato ma una “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare, che si è formata a seguito di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo, compresa una parte sottomarina.L’ultima eruzione si è verificata nel 1538 e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine al cono di Monte Nuovo.
Da allora il vulcano è quiescente, cioè “dormiente”, ma mostra segnali di attività: sismicità,fumarole e deformazioni del suolo. In particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati dal fenomeno del bradisismo, cioè un lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le ultime crisi bradisismiche si sono avute nel 1969-1972 e nel 1982-1984 con un notevole sollevamento del suolo e centinaia di terremoti che hanno portato all’allontanamento della popolazione del Rione Terra di Pozzuoli.
Dal 2012 a oggi, le variazioni di alcuni parametri monitorati nell’area della caldera hanno reso necessario innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione. Nell’area della caldera dei Campi Flegrei vivono circa 500 mila persone.
Attività di monitoraggio e Livelli di allerta
I livelli di allerta per i Campi Flegrei descrivono lo stato di attività del vulcano e scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa dell’attività eruttiva. Sono quattro: un livello verde, un livello giallo, un livello arancione e un livello rosso. Il passaggio da un livello di allerta al successivo è stabilito sulla base delle variazioni dei parametri monitorati e di fenomeni in corso.
I Centri di competenza preposti al monitoraggio dell’attività vulcanica sui Campi Flegrei sono l’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e l’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr. Inoltre, PLINIVS – Centro Studi per l’ingegneria idrogeologica, vulcanica e sismica dell’Università di Napoli Federico II – svolge attività di ricerca sulla vulnerabilità degli elementi esposti ai fenomeni vulcanici.
Ogni mese il Dipartimento della Protezione Civile organizza una videoconferenza con i Centri di Competenza preposti al monitoraggio e la Regione Campania per analizzare le fenomenologie in atto e valutare la pericolosità vulcanica. Semestralmente il Dipartimento della Protezione Civile, sentito il parere della Commissione Grandi Rischi – Settore Rischio Vulcanico, dichiara i livelli di allerta e le fasi operative (attenzione, preallarme e allarme) in stretto raccordo con la struttura di protezione civile della Regione Campania.
Attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo. A differenza del livello di allerta“verde”, che corrisponde all’attività ordinaria del vulcano, questo livello è infatti determinato dalla variazione di alcuni dei parametri monitorati.Cosa può succedere in caso di eruzione.
Data la complessità del sistema vulcanico flegreo, caratterizzato dalla compresenza di numerosi crateri, e l’assenza di eruzioni recenti, non è possibile prevedere con certezza quando, come e dove avverrà la prossima eruzione. Inoltre non è possibile escludere che la ripresa dell’attività eruttiva avvenga da più bocche contemporaneamente, né prevedere la durata dell’attività.
Da uno studio probabilistico effettuato – che ha considerato gli ultimi 5 mila anni di attività dei Campi Flegrei – è emerso che, in caso di riattivazione del vulcano, si avrebbe circa il 95% di probabilità che si verifichi un’eruzione minore o uguale a quella di taglia media. Pertanto l’aggiornamento della pianificazione nazionale di protezione civile si basa su questa tipo dieruzione che prevede i seguenti fenomeni:
- formazione di una colonna eruttiva composta da gas e brandelli di lava incandescenti, altafino a decine di chilometri;
- caduta di materiale vulcanico sia di grosse dimensioni nell’area più vicina alla boccaeruttiva, sia di ceneri e lapilli anche a diverse decine di chilometri di distanza, lungo ladirezione del vento;
- scorrimento di flussi piroclastici (valanghe di gas, cenere e frammenti vulcanici) formati dal collasso della colonna eruttiva.
Questi flussi hanno velocità e temperature elevate epossono scorrere per alcuni chilometri.Ai Campi Flegrei possono verificarsi particolari fenomeni esplosivi legati al coinvolgimento di acqua esterna, noti come esplosioni freatiche, in aree con intensa attività idrotermale (area Solfatara/Pisciarelli), o dove esistono attualmente significative disponibilità di acqua superficiale, quali ambienti lacustri (Agnano), laghi craterici (Averno) e mare (Golfo di Pozzuoli)
La zona rossa
La “zona rossa” è l’area per cui l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione. È infatti l’area esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone.
L’area, in cui abitano circa 500mila persone, comprende:
- il comune di Pozzuoli;
- il comune di Bacoli;
- il comune di Monte di Procida;
- il comune di Quarto;
- parte del comune di Giugliano in Campania;
- parte del comune di Marano di Napoli;
- alcune municipalità di Napoli: le municipalità 9 (Soccavo e Pianura); 10 (Bagnoli eFuorigrotta) e alcune porzioni delle municipalità 1 (San Ferdinando, Posillipo e Chiaia) 5(Arenella e Vomero) e 8 (Chiaiano).
La zona rossa, identificata con delibera Regione Campania, è stata ufficializzata nelle “Disposizioni per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei”, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 193 del 19 agosto 2016.
La zona gialla
La “zona gialla” è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Infatti, l’evento di riferimento per l’aggiornamento della pianificazione, cioè un’eruzione di taglia media, prevede la formazione di una colonna eruttiva alta fino a decine di chilometri. Raggiunta questa altezza, la colonna è normalmente piegata dal vento e il materiale solido ricade al suolo, nell’area sottovento, dando luogo a una continua pioggia di cenere e lapilli.
In poche ore, in funzione dell’altezza della colonna, della direzione e della velocitàdel vento presente al momento dell’eruzione, la continua emissione di questo materiale puòportare ad accumuli considerevoli di ceneri vulcaniche fino a notevole distanza dal vulcano.
Spessori minori ma comunque importanti ai fini della pianificazione possono interessare un’area anche più vasta, esterna alla zona gialla. La presenza di significative quantità di ceneri al suolo e il verificarsi di abbondanti piogge generate dal vapore acqueo sprigionato durante l’eruzione espone, inoltre, l’area a problemi di ordine idraulico e idrogeologico (ad es. alluvionamenti e colate di fango).
Fanno parte della zona gialla:
- il Comune di Villaricca;
- il Comune di Calvizzano;
- il Comune di Marano di Napoli;
- il Comune di Mugnano di Napoli;
- il Comune di Melito di Napoli;
- il Comune di Casavatore;
- 24 quartieri del Comune di Napoli: Arenella, Avvocata, Barra, Chiaia, Chiaiano, Mercato,Miano, Montecalvario, Pendino, Piscinola, Poggioreale, Porto, San Carlo all’Arena, SanFerdinando, San Giovanni a Teduccio, San Giuseppe, San Lorenzo, San Pietro a Patierno,Scampia, Secondigliano, Stella, Vicaria, Vomero e Zona Industriale.
Per questi comuni potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri.