Appena rientrato con la sua squadra dell’incendio ai Camaldoli, abbiamo fatto due chiacchiere a caldo con Emanuele Cervelli, coordinatore delle attività di antincendio boschivo e vicepresidente del centro operativo di protezione civile Falchi del Sud.
Emanuele, a che ora siete intervenuti, e chi vi ha avvertito?
“Siamo stati allertati dalla sala operativa regionale intorno alle 14 e siamo intervenuti subito in zona Camaldoli”.
In che modo la sala operativa contatta le associazioni? Come sa chi è disponibile, essendo, di base, associazioni di volontariato?
“La regione Campania stipula delle convenzioni con le associazioni, che, quindi, garantiscono la disponibilità per il periodo assegnato; erano circa 7-8 anni che questo tipo di convenzioni non venivano stipulate, e come abbiamo visto oggi, e nei giorni passati, se ne sentiva il bisogno”.
Tornando ad oggi, com’era la situazione al vostro arrivo?
“La situazione era abbastanza complicata, le fiamme erano molto alte e vicine alle case, ci siamo subito interfacciati con i vigili del fuoco e abbiamo iniziato subito gli interventi”.
Su quale versante avete operato, perché sembra che a pianure le fiamme abbiano lambito un deposito di fuochi pirotecnici.
“Bisogna precisare che le squadre di volontari AIB operano solo per spegnere e bonificare le aree boschive e allontanare il fuoco dalle abitazioni; eravamo sullo stesso versante del deposito, ma lì intervengono i vigili del fuoco”.
Quindi le fiamme avevano raggiunto le abitazioni, è una situazione normale, secondo la tua esperienza?
Quando le fiamme raggiungono le abitazioni la situazione è sempre critica, basti pensare che molte abitazioni hanno il serbatoio del gas esterno. Fortunatamente, i vigili del fuoco avevano già richiesto il supporto aereo, quindi abbiamo tenuto testa alle fiamme fino a che il Canadair ha iniziato a sganciare sulle nostre zone, velocizzando le operazioni di spegnimento”.
Sembra tu sia abbastanza esperto in questo campo, da quanto tempo sei in protezione civile?
Da ben 17 anni, e mi occupo di antincendio boschivo da almeno 13 anni, da quando mi formo e formo continuamente nuovi volontari. Ne approfitto per ringraziare tutti i ragazzi che dall’emergenza Vesuvio ad oggi si stanno alternando per garantire un presidio antincendio, spesso rinunciando anche alle ferie estive. Ma ne servono sempre altri e tanti.
Articolo pubblicato il 11.08.2017 su Voce di Napoli